hellish exile of oriental peacocks
worship of the great flame
a beam from the vacuous vampire
in the pagan temple
a creole beauty
crosses the pavilion
with the half-mask
and the rule of the despot queen
winning the pedestal
in the underworld
of ragged little girls
she sinuously allures
every pointed talisman
and sharp drunk javelin
in the living-room of her home
are tiles with a transparent veneer
tapestries mats torn canvases
decorated shutters climb up
from time to time
a cobalt-coloured carpet
draws chinese ideograms
oriental lamps
similar to distant galaxies
with a bright opacity
make illustrious the pale meeting
of demons and witches
the pandemonium
the stubborn emptiness of chattering
attracts discontent
and an intermittent fever
in the meaningless space
of a vacant abyss
myriad secret gaps
the profane grants the sabbath
a booth for abuse
the violable demonic
the officiants condemn
the girl’s head to a wicker basket
the fortune teller’s sacrifice
her hair
acquires the current century
with its favorite fruity
balsam
the loss is made elixir
essence and flower
the death-dealing guillotine
cuts through the thin hazel nut
with a downward slice
dishevelled
wrapped in a cloth smelling of wine
a lifeless body
on the infamous slope
cold
in the shadow of slaughter
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esilio infernale dei pavoni d’oriente
culto della gran fiamma
raggio del vampiro vanesio
nel tempio pagano
una bellezza creola
attraversa il padiglione stato
con la mezza maschera
e la signoria del despota sovrano
conquistando il piedistallo
nei bassi
delle bambine straccione
la sua serpentina adesca
ogni talismano acuminato
ogni giavellotto brillo ben affilato
nel soggiorno teatro ha la sua stanza dimora
mattoni dalla corteccia trasparente
arazzi stuoie tele strappate
le persiane decorate si inerpicano
di tempo in tempo
un tappeto cobalto
disegna ideogrammi cinesi
lampade orientali
simili a galassie lontanissime
dall’opacità radiosa
decantano il convegno pallido
di streghe e demoni
la corrida della tregenda
la vuotaggine delle chiacchere
alletta il malcontento
ed una febbre intermittente
nello spazio insensato di un abisso
vacante
miriadi varchi segreti
il senno profano propizia il Sabba
l’edicola dell’abuso
il demoniaco violabile
gli officianti condannano la testa
della ragazza ad una pentola canestro
l’olocausto del divinatorio
i suoi capelli
si appropriano del secolo istante
con il balsamo prediletto
fruttato
lo scapito si fa elisìr
essenza e fiore
la ghigliottina che dà la morte
trafigge la magrezza nocciola
con l’affondo del maltrattamento
spettinata
avvolta in un panno avvinazzato
il corpo senza vita
sul pendio malfamato
freddo
all’ombra del macello
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